Come gestirla al meglio

L’acqua è fondamentale per ogni essere vivente! La maggior parte della nostra massa corporea è costituita da questo elemento e tutti i processi vitali sono condizionati dalla sua presenza. 

Per quanto riguarda le essenze che compongono il tappeto erboso, l’acqua svolge una funzione di sostegno (turgore cellulare) e nutrizionale (perché gli elementi nutritivi sono disciolti in essa). È inoltre necessaria per tutte le attività metaboliche ed ha una funzione di termoregolazione (evapotraspirazione).

La disponibilità dell’acqua non è infinita, è attuale la carenza che si è manifestata in molte zone d’Italia per via dell’assenza di precipitazioni durante il periodo invernale. Il problema non è solo circoscritto alla stagione trascorsa: anche le riserve che si trovano sulle cime sotto forma di neve o ghiaccio si sono assottigliate notevolmente negli ultimi decenni. Troppe volte la presenza dell’acqua è data per scontata! È invece un bene preziosissimo, e come tale, è importante gestirla correttamente.

Emeraldgreen si pone in prima fila nel rendere il più efficiente possibile la gestione dell’umettazione delle piante e del terreno. La tecnologia viene in aiuto con i prodotti umettanti-radicanti che consentono all’acqua di essere gestita al meglio, con conseguente notevole risparmio di risorse e massimizzazione dei risultati.

Come funzionano gli umettanti-radicanti?

Questi prodotti rendono l’acqua più “liquida”, ne consentono e ne aumentano l’adesione al terreno mettendola a disposizione dell’apparato radicale della pianta. Regolano inoltre, correggendolo, il rapporto aria-acqua nel substrato radicale. Favoriscono così la radicazione poiché quando la frazione aria/acqua è corretta, la porzione ipogea della pianta si sviluppa in profondità: così facendo, il nostro prato sarà più forte e più resistente alle condizioni più difficili.

Come agiscono gli umettanti-radicanti? 

Per capirne bene il funzionamento occorre vedere come è costruita la molecola dell’acqua. L’acqua è composta da due atomi di idrogeno e da un atomo di ossigeno: la sua struttura è paragonabile a quella di una microscopica calamita con polo positivo e polo negativo (molecola “polare” o “dipolo”). Le molecole d’acqua quando si trovano vicine si dispongono come dei magneti formando dei legami tra le porzioni + e le porzioni – delle differenti molecole. Questo porta l’acqua a formare una struttura che abbia il massimo volume a fronte della minore superficie esterna, cioè ad esporre la minor superficie possibile rispetto all’ambiente esterno. 

Il risultato? 

L’acqua assume la forma di una sfera ovvero di una microscopica gocciolina. Quanto è forte questo legame elettrochimico tra le molecole? Fate un esperimento: provate a separare due lastre di vetro bagnate ed appoggiate l’una sull’altra: difficile vero? Rischiate di romperle! Altro modo semplice per “vedere” la forza con cui le molecole d’acqua si legano è riempire un bicchiere alto e stretto: quando l’acqua arriva all’orlo non esce subito ma sale leggermente oltre il bordo con una forma a lente. È come se si formasse una sorta di “pelle” che trattiene l’acqua oltre il limite fisico costituito dalle pareti del bicchiere che ne impedisce la fuoriuscita.

Questo piccolo approfondimento spiega come mai l’acqua rifugge tutte le superfici apolari, cioè prive di carica elettrica, come l’aria, il grasso, la cera. Si pensi a quando si bagna una foglia di rosa e le goccioline di liquido scappano via senza aderire e quindi senza bagnare la foglia: il motivo è proprio dovuto alla presenza di cuticole cerose apolari sulle foglie che fanno letteralmente “scappare via” l’acqua.

Cosa ha a che fare tutto ciò con il risparmio d’acqua e con l’efficienza della stessa e quindi con l’efficienza dell’irrigazione? 

Quando l’acqua non si ferma a contatto con le radici e non bagna il terreno, è come se scappasse via e non aderisse, proprio come nel caso delle gocce sulla foglia di una rosa. Nei suoli sottoposti a umettazioni brevi seguite da disseccamenti ripetuti si formano delle pellicole di origine organica (formate da batteri, per la maggior parte, ma anche da funghi microscopici) che creano uno strato idrorepellente (apolare, senza carica elettrica) che non lega con l’acqua. Questa perciò scappa via, non aderisce alle particelle di terra, non bagna e va inevitabilmente persa rendendo vani i nostri sforzi (fisici ed economici) spesi nel tentativo di irrigare. Queste caratteristiche negative del substrato sono ulteriormente accentuate dall’impiego di substrati freddi, con attività microbica limitata, nei quali non esiste un equilibrio tra i microorganismi: in questi casi si ha spesso lo sviluppo esagerato di colonie (funghi, batteri ecc) che non trovano ostacoli ed avvolgono letteralmente le particelle di suolo rendendole assolutamente non ricettive all’acqua – per dirlo con una sola parola, “idrofobe”. Si parla pertanto di “idrofobia del suolo”: è come se l’acqua scorresse più viscosa fra le particelle del terreno senza rimanervi adesa.

Cosa fare in caso di idrofobia del suolo?

Basterebbe rendere l’acqua più… liquida! La tecnologia Emeraldgreen ci viene in aiuto, con prodotti in grado di abbassare la tensione superficiale dell’acqua e tenerla adesa al terreno sfruttando proprio le caratteristiche elettrochimiche dei due componenti in gioco: liquido e solido. Si tratta degli Umettanti-Radicanti già citati all’inizio.

Come sono fatti gli agenti umettanti-radicanti?

Sono molecole con una parete polare (idrofoba) che lega con le superfici che rifiutano l’acqua, attaccandosi quindi al terreno ricoperto dalle pellicole organiche e da una porzione apolare (idrofila) che lega le molecole d’acqua. Il gioco è fatto: gli umettanti-radicanti fanno da tramite tra il terreno e l’acqua, e come tante microscopiche braccia, si agganciano al terreno da una parte e trattengono l’acqua necessaria dall’altra rendendola disponibile per la pianta.

Si può prevenire il fenomeno dell’idrofobia dei terreni? 

Assolutamente si! Usando umettanti-radicanti preventivi come TurfInnovation Vivax

TurfInnovation Vivax è un trattamento liquido che va somministrato sul terreno con due-tre applicazioni durante i mesi di maggio-giugno, distanziate di circa 15gg le une dalle altre. Crea nel tempo una rete tridimensionale persistente che trattiene l’acqua adesa al terreno e ne regola la distribuzione uniforme nel suolo cioè creando un corretto rapporto aria-acqua.

Quando il problema è ormai evidente, come si cura?

Si può utilizzare nelle zone colpite TurfInnovation Duplex. È un trattamento liquido curativo che va applicato localizzato o a pieno campo per risolvere le conseguenze dell’idrofobia del suolo, agendo in modo veloce ed efficace nel risolverne gli effetti già dopo un paio di interventi.

La parola d’ordine è quindi prevenire e risparmiare sull’acqua, aumentandone la resa e l’efficienza che porta ad utilizzarne al meglio ogni singola goccia.