Tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate, è frequente imbattersi in un fungo del prato tanto silenzioso quanto eloquente: Laetisaria fuciformis, meglio conosciuta come filo rosso. Una patologia che, più che un problema, rappresenta un segnale d’allarme.
Cos’è il filo rosso e perché compare?
Il filo rosso nel prato si manifesta con ciocche d’erba secche, di colore paglierino o rosa, spesso con sottili filamenti rossastri visibili nelle ore più umide. Non si tratta solo di un danno estetico: è il sintomo di una carenza nutrizionale, soprattutto di azoto, spesso accentuata da piogge abbondanti che causano lisciviazione (perdita) degli elementi più mobili nel terreno.
L’azoto è il nutriente più facilmente dilavabile e il primo a venire a mancare dopo periodi piovosi. In questo contesto, la presenza del filo rosso è comparabile alla spia della riserva che si accende sul cruscotto: non va ignorata.

Quando si sviluppa il filo rosso?
Il fungo si sviluppa con:
- Temperature miti (15-25°C)
- Elevata umidità e piogge frequenti
- Terreni poveri di nutrienti
- Tappeti erbosi stressati o diradati
Le zone colpite non muoiono necessariamente, ma la crescita si blocca e l’aspetto complessivo del prato peggiora, con chiazze scolorite che si allargano progressivamente.
Come intervenire sul filo rosso nel prato
1. Correggere la nutrizione (senza esagerare)
Il primo e più importante intervento è nutrizionale. Evita gli eccessi di azoto prontamente disponibile (“bombe azotate”) che possono squilibrare la pianta e favorire altri problemi.
🔧 Meglio optare per fertilizzanti bilanciati a lenta cessione, che rilasciano i nutrienti in modo graduale e duraturo, stimolando sia la crescita fogliare che l’attività radicale.
I prodotti consigliati sono:


- TURF H 18.0.7 The Andersons
- SUPREME 18.0.15 della linea Turf Innovation
Entrambi contengono HUMIC DG (20% e 10%): una sostanza organica di origine vegetale che migliora la struttura del suolo, stimola la microflora utile e aiuta la pianta ad assorbire meglio i nutrienti.
2. Mantenere l’attività del suolo
Un prato ben nutrito parte dalla fertilità del substrato. La presenza costante di sostanza organica consente alla microfauna benefica (funghi buoni e batteri PGPR) di rimanere attiva, contrastando indirettamente anche lo sviluppo dei patogeni come Laetisaria.
3. Interventi fungicidi (dove consentiti)
Dove la normativa lo consente, si può ricorrere a trattamenti con fungicidi a base di Tebuconazolo, registrati per l’uso su tappeto erboso. Tuttavia, questa è una misura secondaria. Il miglior approccio resta correggere la causa, ossia la carenza nutrizionale e lo squilibrio microbico nel suolo.
Prevenzione: la vera strategia vincente
Per prevenire il filo rosso:
- Nutri regolarmente il prato in modo equilibrato e programmato
- Evita irrigazioni notturne prolungate
- Non rasare troppo basso
- Utilizza miscugli resistenti, ben adattati al clima e al calpestio
La prevenzione parte dalla conoscenza: osservare il prato, leggere i segnali e agire in modo agronomicamente corretto è la chiave per una gestione sostenibile.
Le risposte degli agronomi di Emeraldgreen
Il filo rosso rovina il prato?
No, non provoca la morte definitiva dell’erba, ma può indebolirla molto e aprire la strada ad altri problemi (muschi, infestanti, seccume).
Serve un fungicida per forza?
Non sempre. Nella maggior parte dei casi, correggere la carenza di azoto e rinforzare il prato è sufficiente per risolvere il problema senza bisogno di fitofarmaci.
Posso usare concimi liquidi?
Sì, ma è consigliabile integrare liquidi e granulari in un piano di concimazione ragionato, soprattutto nei periodi a rischio di stress o malattie fungine.
Conclusioni
Il filo rosso nel prato è un segnale da non sottovalutare. Con un approccio nutrizionale intelligente e l’uso di tecnologie moderne come HUMIC DG, è possibile affrontarlo in modo sostenibile, rinforzare il prato e migliorare la salute complessiva del tappeto erboso.