Le piante che noi impieghiamo comunemente per costituire i tappeti erbosi appartengono alla famiglia delle Graminaceae o Poaceae. Queste erbe, si sono evolute e modificate nel corso dell’evoluzione sotto l’azione della brucatura esercitata dagli animali erbivori ed in particolare dagli ovini. L’adattamento al taglio basso ed al calpestio nasce proprio dal fatto che i citati animali, in tempi geologici, hanno sfruttato col pascolo sempre di più queste piante portandole ad adattarsi a siffatte difficili condizioni.

È chiaro che il calpestio è un elemento, se ci passate il termine, di offesa per la pianta e non tutte le essenze da prato lo sopportano e/o reagiscono in egual misura a questa sollecitazione. Non si tratta solo di schiacciare i tessuti del vegetale provocando danni alle foglie ma, in condizioni di forte sfruttamento, come il verde ad uso sportivo (campi da calcio, da rugby, ecc.) o di continuo incedere (cavalli, animali domestici, ecc.), anche di provocare degli strappi che asportano una parte del cotico lasciando delle fallanze nel prato. A questo fattore si aggiunge l’effetto di compattamento del substrato dovuto alla continua pressione esercitata dall’utilizzo e dai pesi sovrastanti. L’aria nel suolo viene “spremuta via” e rimangono le particelle di suolo compresse le une contro le altre. Si genera un ambiente anossico, poco propenso allo sviluppo della parte ipogea della pianta.

Le essenze più attrezzate per sopportare il calpestio sono quelle che possiedono apparati fogliari coriacei e/o organi perennanti (rizomi/stoloni) che aiutano la pianta a sopportare l’azione meccanica e permettono il recupero degli strappi che possono verificarsi durante l’utilizzo. È in ambiti come questi che diventa importantissimo valutare le caratteristiche delle singole specie ed eventualmente delle cultivar per realizzare un miscuglio di sementi che risulti una squadra vincente e performante rispetto agli stress fisico-meccanici.

Le risposte Emeraldgreen sono numerosissime. Possiamo allora citare due “punte di diamante” tra i miscugli di sementi: Star Seed Country e Star Seed Stadio.

La miscela Star Seed Country (90% Festuca arundinacea, 10% Poa pratensis) possiede caratteristiche di sopportazione al calpestio dovute alla robustezza della lamina fogliare della Festuca arundinacea ed all’apparato fortemente rizomatoso della Poa pratensis. Le varietà contenute denotano un aumento dello spessore delle cuticole, con conseguente miglior controllo anche del fenomeno della traspirazione, e un irrobustimento delle pareti cellulari di ogni singola cellula al fine di costituire una vera e propria barriera meccanica verso le sollecitazioni traumatiche del traffico e degli stress in genere.

Star Seed Stadio (65% Lolium perenne, 35% Poa pratensis) deve le sue performances alla presenza di cultivar di Lolium perenne particolarmente coriacee, ricche di cloroplasti fotosintetizzanti e con contenuto idrico limitato, e, come il precedente miscuglio, ai rizomi della Poa pratensis.

La scelta del corretto miscuglio è sicuramente condizione necessaria per l’ottenimento di prati sani e belli, ma per migliorare la resistenza al calpestio di quest’ultimi occorre anche intervenire sulla qualità del substrato di coltura al fine di migliorare le caratteristiche della tessitura. Ammendare con sabbia silicea lavata fine miscelata uniformemente col terreno naturale del loco serve a ridurre il compattamento del substrato e a favorire lo sviluppo delle radici del tappeto erboso. Anche l’impiego di prodotti umettanti come il Vivax aiuta a mantenere i corretti rapporti tra aria ed acqua nel suolo favorendo lo sviluppo delle piante e rendendole più adatte a sopportare traumi meccanici e stress di ogni genere.