Le essenze da tappeto erboso, sia microterme (Poa pratensis, Lolium perenne, Festuca arundinacea, Festuche fini) sia macroterme (Cynodon dactylon, Zoysia spp., Paspalum vaginatum), sono tutte specie eliofile, cioè piante che si sviluppano bene in condizioni di pieno sole. L’ombra è assolutamente un fattore limitante per il prato. Esistono tuttavia delle specie che possono meglio adattarsi alle condizioni di poca luminosità. Ed in maniera ancora più precisa e scientifica, esistono delle varietà che si abituano e si comportano molto meglio di altre in situazioni di bassa presenza di radiazioni solari.

Occorre precisare che ci sono differenti tipi di ombra. Ci sentiamo di distinguere tra ombra “statica” ed ombra” dinamica”. La prima è causata prevalentemente da manufatti che non mutano durante l’anno nel corso dell’evolvere delle stagioni. La seconda è dovuta ad elementi vivi come le piante che comunque per il loro ciclo vitale (caducifoglie o sempreverdi) o per interventi antropici (potature di contenimento, ecc) variano la loro influenza sul prato.

Qual è la condizione più limitante?

È molto difficile stabilirlo perché non è solo questione di quantità di luce, ma anche di qualità della stessa. Ad esempio la radiazione del mattino ha caratteristiche migliori per la fotosintesi del tappeto erboso rispetto alla radiazione pomeridiana: il processo fotosintetico viene stimolato da ben precise lunghezze d’onda: la radiazione luminosa deve possedere quindi determinate caratteristiche. È bene tenere a mente che le piante, oltre ad esercitare una competizione catturando prima del prato la luce, esercitano anche una concorrenza a livello radicale per l’acqua e per i nutrienti. L’ombra, inoltre, favorisce anche il ristagno d’umidità a livello del tappeto erboso limitando la circolazione dell’aria per via delle barriere vegetali e/o delle barriere architettoniche, favorendo eventuali stagnazioni d’acqua nel suolo.

Fatte queste considerazioni di carattere molto generale come ci si può attrezzare per affrontare queste condizioni spesso “border line”?

Bisogna agire su più fronti.

Per prima cosa occorre scegliere il miscuglio corretto. Sfatiamo subito un mito: non esistono specie esclusivamente sciafile (amanti dell’ombra) tra le graminacee che formano i miscugli per tappeti erbosi. Come accennato in precedenza, esistono specie che si possono adattare meglio in condizioni di luminosità limitata. Sono le Festuche fini.

A questo gruppo appartengono la Festuca rubra subspecie rubra, la Festuca rubra subspecie commutata e la Festuca rubra subspecie trichophylla. Sono in realtà piante che hanno poche esigenze manutentive in generale e basano la propria capacità di adattamento alle condizioni difficili proprio in relazione alle loro ridotte necessità fisiologiche. Una pecca di queste essenze è la scarsa tolleranza al calpestio. È per questo motivo e per perfezionare i risultati di semina che nel miscuglio per ombra studiato da Emeraldgreen, esse vengono unite ad alcune cultivar di Festuca arundinacea. Stiamo parlando del miscuglio Star Seed Shadow composto per il 75% da Festuche arundinacee e dal 25% da Festuche fini (definizione in peso). Questo preciso rapporto permette di affrontare al meglio le condizioni d’ombra: le Festuche fini lavorano in condizioni di poca luce e le arundinacee donano al prato una sufficiente tolleranza al calpestio. Le basse esigenze nutrizionali dello Star Seed Shadow consentono al tappeto erboso di svilupparsi anche in condizioni di competizione radicale con alberature o siepi di dimensioni importanti.

Scegliere il materiale di partenza corretto è condizione necessaria ma non sufficiente: occorre agire anche sul substrato di coltivo garantendo il corretto drenaggio dell’acqua e lo sviluppo in profondità dell’apparato radicale che in ombra tende sempre a “galleggiare” sul substrato. È opportuno alleggerire il top soil con l’apporto di sabbia silicea lavata fine in concomitanza ad operazioni colturali meccaniche quali chiodature/carotature ove possibile. In particolare in presenza di alberi, che competono a livello radicale impoverendo il terreno, conviene migliorare e mantenere nel tempo la fertilità grazie all’impiego di acidi umici concentrati (The Anderson’s Humic DG).

La radicazione del tappeto erboso può essere migliorata attraverso l’impiego di concimi con alti livelli di Potassio. Spingere esageratamente la porzione epigea della pianta non è corretto: l’erba tende già a “filare” nel tentativo di cercare la luce e concimazioni troppo spinte con Azoto portano a piante deboli e a tessuti acquosi, facendo esattamente il gioco dei patogeni fungini (marciumi radicali) che non hanno assolutamente bisogno di essere aiutati in queste condizioni! Meglio intervenire con concimi come The Anderson’s Stress Control 5.0.31 che dona una spinta controllatissima, fa lavorare la radice e colora il tappeto con i microelementi. Altra soluzione è l’impiego di prodotti equilibrati come Nutri Turf Twin Time 16.5.22 e Nutri Turf Supreme 18.0.15, il quale presenta anche una frazione organica nobile per migliorare la biofertilità del substrato radicale. In condizioni di ombra sempre più spinte, diventano molto utili anche interventi liquidi con stimolanti a base di estratti di alghe brune ed aminoacidi: Nutri Turf Stress In, che grazie agli ormoni vegetali fa lavorare tutta la parte ipogea delle piante (radici, rizomi ecc.), e Nutri Turf Amin Plus, che grazie all’alto contenuto in aminoacidi aiuta il prato a mantenere un buon metabolismo anche in condizioni difficili.

Il tappeto erboso in ombra è quindi un’impresa impossibile?

No, con semplici accorgimenti si può fare!