Siamo nell’epoca del plug and play e la messa a verde del giardino con la tecnica della posa del tappeto erboso a rotoli esprime in pieno questo concetto. Si tratta di un metodo pratico e veloce che consente di saltare tutte le fasi di impianto del prato (semina, crescita, accestimento) che sono sempre delicate. Tra il seminare il prato e posarlo a rotoli passa la stessa differenza che c’è tra allevare un neonato ed invece trovarsi in casa un figlio già svezzato. In pratica si saltano a piè pari tutta una serie di passaggi che richiedono molto impegno per arrivare ad un risultato di qualità.
Detto questo, bisogna tenere a mente che la zolla è viva e va trattata come tale: a partire dal momento della cavatura del rotolo in campo, continuando con le fasi di trasporto, conservazione e posa dei rotoli occorre agire tenendo presente che l’erba che stiamo posando vive e vivrà per alcuni giorni nei 2 centimetri di spessore della zolla stessa ed è perciò molto delicata e suscettibile a differenti tipi di stress, per primi quelli idrici e termici.
Il concetto fondamentale è che bisogna essere veloci in modo che la zolla non subisca danni: meno tempo trascorre tra la cavatura in vivaio e la posa meglio è!
Ci sono comunque accorgimenti importanti che vanno attuati soprattutto quando si lavora nei periodi caldi dove il tappeto erboso a rotoli diventa uno dei metodi più adatto e sicuro per la messa a verde.
La cavatura deve essere fatta in ore fresche: arrotolare la zolla quando ci sono meno di 20°C nel terreno significa formare un bancale di rotoli che manterrà durante le fasi di trasporto e conservazione una temperatura sotto la soglia critica. Se invece, nel momento in cui la zolla viene staccata, il terreno è caldo (oltre i 25°C) la zolla sul bancale scalderà facilmente raggiungendo anche i 35-40°C con danni alle piante e sviluppo di patologie fungine che causerebbero guai anche permanenti al tappeto erboso. È quindi importante studiare bene la logistica di cantiere per evitare sorprese. Quando fa molto caldo è opportuno che la zolla venga cavata al mattino molto presto in modo che sia fresca. Alle volte se questo non è possibile occorre pensare di conservare il prodotto temporaneamente in cella frigo.
Se il prato va trasportato distante è bene optare per un trasporto refrigerato; è comunque buona cosa pensare di coprire il carico con un telo ombreggiante anche quando si tratta di tragitti brevi in ore centrali della giornata.
Per effettuare correttamente la posa è necessario preparare il terreno come per la semina, ammendarlo con sostanza organica nobile (The Andersons Humic DG) che acceleri il processo di attecchimento del prato. Se fa caldo, mentre si procede nella posa occorre aver cura di bagnare il tappeto erboso appena steso per evitare gli stress idrici ed i conseguenti rapidissimi disseccamenti. Può essere necessaria la rullatura dopo la posa per far aderire bene la zolla al terreno sottostante eliminando tutte le sacche d’aria che si possono essere formate. Se si bagna in maniera abbondante immediatamente dopo la posa, la rullatura può essere considerata superflua poiché l’acqua consente già una buona aderenza del prato nuovo al terreno in quanto aumenta il peso della zolla stessa.
Durante i primi giorni dopo la posa occorre bagnare il tappeto durante le ore calde del giorno per abbassarne la temperatura a per favorirne l’attecchimento. Questo scopo si ottiene con brevi irrigazioni frequenti (5-6 volte al giorno in zone esposte al sole). Dopo una settimana la radice inizia ad esplorare il terreno e trascorsi 10 giorni circa conviene spostare le irrigazioni al mattino presto in modo da evitare l’insorgere di patologie fungine che possono attaccare il prato. A circa 15 giorni dalla posa si deve effettuare il primo sfalcio con raccolta dei residui di taglio che possono anche essere abbondanti e far seguire una concimazione di mantenimento scegliendo il titolo più adatto al momento climatico. Per eseguire il taglio occorre fermare l’irrigazione almeno un giorno prima per evitare di lasciare segni con le attrezzature che si andranno ad impiegare per tale operazione. Il primo taglio dopo la posa deve essere effettuato ad un’altezza di circa 7cm per evitare di stressare la pianta che, dal momento della posa, ha continuato comunque a crescere. Con i tagli futuri si arriverà progressivamente ad abbassare l’altezza dell’erba sino ad arrivare al traguardo dei 4 cm (si sta ipotizzando un manto erboso a base di Festuca arundinacea). A questo punto il prato è da considerarsi completamente attecchito e maturo: si procederà dunque con il programma manutentivo ordinario prestabilito.
Nei vivai di produzione c’è la possibilità di scegliere la tipologia di zolla più adatta alle condizioni pedoclimatiche presenti nel giardino in questione ed anche in base alle possibilità manutentive future. Lasciando a parte i tappeti erbosi ad uso sportivo che hanno esigenze particolari, nella messa a verde “ornamentale” si dovrà scegliere tra soluzioni più rustiche e soluzioni ove prevale invece l’aspetto estetico.
I miscugli impiegati dai produttori di prato a rotoli sono sostanzialmente costituiti da Festuca arundinacea, Poa pratensis, Festuche rubre e Lolium perenne.
Le soluzioni più rustiche sono quelle ove il miscuglio che compone la zolla è costituito dalla Festuca arundinacea e dalla Poa pratensis che meglio si adattano anche in terreni difficili (argillosi, alcalini) e con scarse possibilità manutentive (acqua limitata, frequenza di taglio superiore ad una volta ogni 10 giorni, concimazioni poco frequenti).
Le soluzioni più di pregio sono invece quelle ove prevalgono la Poa pratensis e in diversi casi il Lolium perenne. Con queste specie si possono avere ulteriori “soluzioni”, aggiungendo la festuca fine che diventa componente importante per la tolleranza alle zone ombreggiate. In parecchi vivai si trovano soluzioni a base esclusivamente di Poa pratensis; si tratta di una proposta di alto pregio validissima per esposizioni in pieno sole e/o per l’uso sportivo.