Gli eccessi di salinità nel substrato radicale sono un problema molto comune che si sta accentuando particolarmente in questi ultimi anni in cui il clima sembra cambiare rapidamente con eccessi di caldo e scarsità di precipitazioni, per di più spesso concentrate in periodi molto brevi. Il danno si traduce in una crescita stentata del prato: i germogli nuovi sono deboli, sottili. Spesso si apprezzano anche delle bruciature sulla punta delle foglie. Il tappeto erboso appare sofferente, cresce poco e non reagisce alle normali pratiche manutentive (tagli, concimazioni, irrigazioni).

Di solito l’accumulo di sali si verifica nell’orizzonte più superficiale, proprio dove la maggior parte delle radici del prato “pescano” gli elementi nutritivi. Condizioni di aridità, dovute al clima oppure alla scarsa possibilità d’adacquamento, aumentano l’accumulo dei sali nel suolo. Concorrono a incrementare il problema la risalita per capillarità di falde saline o l’utilizzo di acqua salmastra (tipica delle zone costiere) o ancora l’impiego di acque reflue per l’irrigazione del prato.

Quando si parla di salinità dei suoli gli elementi chimici più comunemente coinvolti sono il Cloro, i nitrati, i solfati, il Calcio ed il Magnesio. La situazione peggiora ulteriormente se a questi si aggiunge il sodio.

Questi sali si accumulano proprio per via della ridotta diluizione in acqua: l’irrigazione in svariati casi non è sufficiente per dilavarli e per favorirne la dispersione verso gli orizzonti più profondi del terreno. Per verificare in modo semplice la gravità del problema si può effettuare un’analisi del pH del terreno. Valori di pH compresi tra 7,5 e 8,4 ci dicono che abbiamo a che fare con un accumulo di sali (Sodio escluso). Se il pH è superiore a 8,4, facilmente si ha presenza di Sodio e si è di fronte ad una situazione più grave. Il Sodio, quando si accumula, crea un effetto di “desertificazione”: la sua presenza distrugge le micelle colloidali con conseguente deterioramento permanente della fertilità. Il Sodio, per affinità chimica, è in grado di sostituirsi alla maggior parte dei cationi utili alla pianta. Il legame che crea con le argille è molto forte: viene ad ostacolare l’assorbimento dei cationi utili allo sviluppo del prato come il Potassio, il Calcio ed il Magnesio aumentando così i disagi per la coltura.

Correggere queste situazioni è piuttosto complicato soprattutto se non si ha acqua dolce disponibile in abbondanza. L’impiego di irrigazioni brevi non aiuta affatto, anzi, favorisce l’evaporazione e l’accumulo dei sali in superficie. Sono necessari adacquamenti abbondanti: il volume di acqua aiuta a lisciviare i sali in eccesso favorendone il drenaggio. Se il terreno è asfittico e non permette all’acqua di infiltrarsi conviene agire nell’ottica di ristabilire il corretto deflusso dell’acqua in eccesso. Operazioni come carotature o chiodature effettuate in profondità favoriscono questa operazione, l’utilizzo contemporaneo di prodotti umettanti-radicanti che facilitano l’infiltrazione come Duplex mette in condizione l’acqua di scendere nel profilo del suolo portando con sé l’eccesso di sali presenti. Fertilizzare il prato con Humic DG (acidi umici concentrati) e con concimi a basso tenore salino (linea The Anderson’s e linea Nutri Turf) cooperano a migliorare la fertilità anche grazie all’effetto tampone prodotto dalla sostanza organica e ad abbassare il livello di salinità aumentando la salute del prato.

Se il problema è dovuto alla presenza di Sodio è opportuno intervenire anche con prodotti a base di Zolfo e gesso (solfato di Calcio) che vanno incorporati fisicamente nel substrato ed agiscono scalzando fisicamente gli ioni Sodio dai siti in cui sono legati rendendoli così nuovamente disponibili per gli elementi nutritivi utili al prato. Ovviamente questi interventi vanno effettuati sempre dopo aver corretto e ristabilito la permeabilità del suolo.