PATOLOGIE ESTIVE DEL TAPPETO ERBOSO

Arriva il caldo: con il progredire della stagione primaverile e l’avvicinarsi dell’estate aumentano le temperature ed anche l’umidità relativa dell’aria. Le specie microterme, che costituiscono una buona parte dei tappeti erbosi della penisola italiana, sono soggette a condizioni ambientali avverse ed affrontano questo stress rallentando il proprio metabolismo. Questo comportamento può essere più o meno accentuato a seconda della specie ed addirittura, all’interno della stessa, può variare a seconda della varietà.

Nel periodo citato compaiono sui prati alcune patologie tipiche che irrompono quando le temperature notturne dell’aria a livello del suolo superano i 20°C e l’umidità relativa si avvicina ai livelli di saturazione.

Quelle più frequenti sono il Pythium sp. (marciume radicale) e la Rhizoctonia solani (macchia bruna estiva). La più pericolosa è senza dubbio la prima poiché risulta particolarmente veloce nella proliferazione e molto aggressiva. Interessa tutte le parti della pianta. Quando le condizioni ambientali sono ottimali per il suo sviluppo, porta al deperimento del prato in pochissimo tempo (alle volte in poche ore!)

Compare con delle chiazze piccole che si riuniscono in forme irregolari più grandi all’interno dove il tappeto erboso muore assumendo un aspetto marcescente, quasi oleoso al tatto. In condizioni di alta umidità (prevalentemente al mattino presto) si possono apprezzare talvolta delle lanuggini dense bianco-grigiastre che avvolgono la base delle piante colpite: è il micelio del fungo patogeno che diventa ben visibile.

La Rhizoctonia solani compare invece con grandi chiazze rotonde ove il prato si mostra sofferente manifestando un seccume diffuso. Spesso di apprezza un alone marrone scuro sul perimetro della chiazza piuttosto tipico per questa patologia. Le chiazze si allargano ed aumentano di dimensioni molto velocemente (si apprezza il progredire della malattia in poche ore). All’interno delle stesse, tuttavia il tappeto arriva a recuperare con nuova vegetazione, la quale appare perciò come un cerchio verde all’interno della chiazza malata (manifestazione comunemente denominata “occhio di rana”).

L’azione più o meno devastante di queste patologie dipende certamente dalle condizioni ambientali e pedoclimatiche, ma anche dalla gestione del tappeto erboso a livello di fertilizzazioni, taglio ed irrigazione. Fertilizzazioni con apporti azotati troppo elevati e a pronto effetto eseguite in prossimità dell’estate portano a favorire la presenza di questi fenomeni indesiderati. Le concimazioni spinte in Azoto non controllato creano tessuti fogliari ricchi di acqua ed essudati che diventano un perfetto terreno di coltura per i patogeni fungini sopra menzionati. Occorre prediligere concimazioni a lenta cessione/rilascio programmato con contenuti e strutturati livelli azotati (Andersons Stress Control 5.0.31, NutriTurf Twin Time 16.5.22). È inoltre cosa assai interessante ed efficace fortificare la porzione radicale e gli organi di riserva della pianta con apporti mirati di concimi liquidi a base di formulati speciali di estratti algali (Stress In).

Anche il controllo del feltro deve (doveva) essere eseguito regolarmente mediante operazioni di arieggiatura e sabbiatura all’uscita dell’inverno. Questo avrebbe consentito di creare un ambiente ostile alla crescita ed alla proliferazione di questi patogeni. Se per caso non si è riusciti a compiere questo intervento nel periodo appropriato, sarà compito del bravo manutentore raccogliere sempre e comunque i residui di taglio durante tutta l’estate per fare in modo che la pressione dovuta ad un eccesso di sostanza organica indecomposta non aumenti ulteriormente e programmare tassativamente la succitata operazione di verticut all’abbassarsi delle temperature ed all’approssimarsi del primo periodo autunnale.

L’irrigazione gioca anch’essa un ruolo importantissimo nella prevenzione/gestione dei problemi del prato. Bagnare il tappeto erboso durante le ore serali comporta un ristagno di umidità elevato e persistente durante le ore notturne, in concomitanza con l’emissione degli essudati fogliari ricchi di sostanze zuccherine. Viene a crearsi un perfetto brodo di coltura ove i patogeni letteralmente esplodono e proliferano in modo vigorosissimo. Decisamente meglio irrigare al mattino molto presto in modo che l’eccesso di acqua evapori alle prime luci dell’alba lasciando la foglia asciutta. L’irrigazione mattutina permette anche di eliminare gli essudati fogliari portandoli al terreno ove risultano “innocui”. Sempre parlando di pratiche legate alla gestione dell’acqua è decisamente meglio effettuare irrigazioni abbondanti ed infrequenti in modo da irrobustire la parte ipogea della pianta evitando sempre la permanenza dell’umidità a livello del colletto del vegetale.

Parlando ancora di pratiche manutentive è bene mantenere le attrezzature di taglio affilate per evitare che durante lo sfalcio creino sfilacciamenti sulla foglia: ferite troppo grandi causano punti di ingresso preferenziali per i patogeni in generale. Anche la pulizia delle attrezzature è importante, spesso il tosaerba è un importante veicolo d’infezione! Dunque, tra un taglio e l’altro, è opportuno lavare bene la macchina. Se l’infezione è presente ed è ancora localizzata in un’area circoscritta conviene tagliarla per ultima in modo da limitare e circoscrivere il contagio.

Ove consentito dal Piano di Azione Nazionale e dalle Direttive e Regolamenti regionali si può ricorrere all’impiego di fungicidi a base di Metalaxil per combattere il Pythium ed a base di Toclofos-methile, Pyraclostrobina e Boscalid e Tebuconazolo per combattere la Rhizoctonia (si menzionano i principi attivi ricordando che le varie registrazioni d’uso sono comunque soggette a differenziazioni a secondo del formulato commerciale in esame/impiego).

Quando non sono consentiti trattamenti con fitofarmaci di sintesi oppure quando si vuole affrontare la tematica esposta attraverso un approccio maggiormente rivolto ad aspetti più naturali di gestione, si può optare per l’impiego di prodotti a base di funghi antagonisti (Myco +,Subtil, Suzam, Strep +). Si tratta di agire in prevenzione impostando un programma preciso, volto a stimolare le piante, rendendole più forti, ed indirizzato ad arginare e a combattere attivamente lo sviluppo di questi funghi patogeni.

Un grande aiuto può giungere anche dall’impiego in tarda primavera ed in estate di prodotti fertilizzanti liquidi bioinduttori che aiutano il prato a reagire meglio alle infezioni. Sono materiali, inquadrati come fertilizzanti con IVA agevolata al 4% e nessuna richiesta di autorizzazione specifica all’uso a base di microelementi caratteristici: Manzin (Zinco e Manganese chelati) e Inductor (Ferro e Rame chelati) che inducono la pianta a produrre difese e la portano ad “auto proteggersi”.