Durante la stagione calda accade spesso che il terreno, nella porzione che ospita la maggior parte dell’apparato radicale del tappeto erboso, si scaldi per l’effetto della radiazione solare. Quando le temperature del substrato superano i 26-27°C, la pianta blocca automaticamente l’assorbimento dell’acqua da parte dell’apparato radicale. Nel terreno può esserci anche l’umidità sufficiente a mantenere la corretta evapotraspirazione ma la pianta non riesce più ad assorbire l’acqua con le radici e va inesorabilmente in crisi.

Come ce ne possiamo render conto?

Non è difficile: nelle giornate calde e ventose il tappeto erboso, durante le ore centrali assume un colore scuro, nerastro. La situazione può evolvere rapidamente al peggio e nei casi più gravi in poche ore il prato vira al color paglia ovvero diventa secco per disidratazione. Il processo, anche se alle volte rapido, si protrae per stadi precisi: dapprima la pianta chiude la foglia, tende ad arrotolarla conferendo al prato il colore scuro. Lo fa per proteggere gli stomi che sono delle microscopiche aperture che consentono alla pianta di respirare. Chiudendo la foglia, lo stoma perde meno acqua e la pianta sopravvive. Se le condizioni critiche persistono, la pianta va inesorabilmente in deficit idrico e quindi supera il punto di appassimento. Oltre questo limite c’è la morte dei tessuti e la perdita parziale o totale del tappeto erboso. Altro sintomo inequivocabile è dato dal fatto che, calpestando il prato in stato di deficit idrico si nota che l’erba calpestata non torna in posizione eretta: è come se avesse perso totalmente lo scheletro d’acqua che la sorregge.

Ovviamente rimane la verifica definitiva ed inequivocabile di misurare la temperatura del substrato con un termometro a puntale che consente di apprezzare la temperatura alle varie profondità. Nel fare questa operazione alle volte si rimane stupiti dal fatto che la temperatura del terreno a 5-10cm di profondità durante le ore centrali delle giornate estive può salire ad oltre 35°C!

Situazioni ancora più estreme si apprezzano lungo i cordoli di laterizi (si arriva sulla pietra anche a 55-60°C) con conseguente rapida morte del prato.

Ovviamente ne risentono maggiormente le specie cespitose rispetto alle rizomatose ed alle stolonifere: quest’ultime infatti hanno maggiori probabilità di recuperare grazie agli organi perennanti che difficilmente muoiono del tutto in condizioni tali.

Come affrontare e soprattutto prevenire queste problematiche?

È qui che, oltre alle corrette pratiche irrigue, che devono essere rispettate e messe in pratica tutto l’anno (irrigazioni mattutine, adacquamenti infrequenti ed abbondanti) ci viene in soccorso la pratica del syringing.

Di cosa si tratta?

Consiste nell’effettuare irrigazioni brevi e nelle ore calde del giorno!

Il concetto del syringing è ben differente da quello del bagnare: non si tratta di “dare da bere” al prato ma di abbassare la temperatura del manto e del terreno stesso, questo consente di far ripartire la pianta che torna ad evapotraspirare correttamente riprendendo le normali attività fisiologiche. Si tratta proprio di spruzzate di acqua della durata di 3-5 min mediamente (due giri di irrigatore per intenderci se si lavora con irrigatori dinamici) che consentono di riportare la temperatura della porzione di terreno ove si trovano le radici sotto i 26°-27°C.

Per prevenire queste situazioni è ovviamente importante lavorare nell’ottica di far andare in profondità le radici ottenendo così una pianta più forte, competitiva e resistente agli stress termici e fisici in generale. Oltre alle normali pratiche di concimazione con prodotti antistress a lenta cessione e ricchi di potassio (Turf Innovation Twin Time 12.0.28, The Andersons Stress Control 5.0.31) che favoriscono lo sviluppo radicale, è possibile avvalersi del prezioso contributo dei prodotti a base di estratti di alghe brune (Turf Innovation Stress In) che son ricchi di ormoni vegetali la cui funzione è quella di stimolare la produzione di organi perennanti quali i rizomi e gli stoloni che conferiscono resistenza alla pianta. Non ultimo per importanza è l’impiego di agenti umettanti di ultima generazione quali Vivax in prevenzione e Duplex in cura: aiutano la distribuzione corretta dell’acqua con benefici per la regolazione della temperatura del terreno e per l’umettazione del substrato.

Il tappeto erboso d’estate può regalarci moltissime soddisfazioni: con pochi accorgimenti lo possiamo aiutare per farlo rendere al massimo!