Il tappeto erboso è costituito da parecchie centinaia di migliaia di piante che si trovano in qualche modo “costrette” a crescere vicine, nello stesso modo, in una porzione limitata di substrato. D’altra parte le radici del tappeto erboso esplorano un volume di suolo limitato a 10-20 cm al massimo di profondità. Il risultato è che il terreno di coltivo si impoverisce presto proprio per l’inevitabile sovraffollamento di piante, elemento che è necessario per garantire le caratteristiche estetico-funzionali del prato.

Il nutriente principale e fondamentale per le piante è l’azoto. Fra le principali caratteristiche di questo elemento vi è quella di essere estremamente mobile e quindi di tendere a perdersi con la lisciviazione dovuta all’acqua meteorica o d’irrigazione. Le piante in generale sono in grado di assorbire solo una fonte azotata per via radicale che è la forma nitrica.  Le specie che costituiscono il prato non sfuggono a questa regola.

Gli apporti nutrizionali che si danno grazie ad i concimi di sintesi, contengono spesso forme più complesse di azoto. Queste tecnologie servono proprio per “fermarlo” evitando le perdite di questo importante elemento nutritivo. Spesso le forme azotate dette propriamente “a lenta cessione” (come la metilenurea per esempio) sono complesse ed hanno bisogno di essere “smontate” per far in modo che l’azoto, ridotto in forma nitrica, riesca così ad esser assorbito dal vegetale e svolgere la sua funzione.

Lo smontaggio delle molecole complesse viene fatto proprio dai microorganismi del suolo (microflora e microfauna) la cui presenza è stimolata dall’apporto di acidi umici nel terreno. Anche la sostanza organica classica di origine vegetale o animale (più complessa dal punto di vista delle molecole che la compongono rispetto agli acidi umici) viene demolita e messa a disposizione del terreno proprio grazie alla microflora ed alla microfauna attiva nel suolo. In buona sostanza gli acidi umici migliorano la resa delle concimazioni di sintesi che si faranno sul prato e, contemporaneamente, amplificano “l’effetto volano” che la matrice organica crea nel terreno in particolare per quanto riguarda lo sviluppo e l’azione benefica dei microorganismi. Tutto si traduce in un solo termine: FERTILITÀ, con innumerevoli benefici a livello della salute delle piante in generale e del tappeto erboso in particolare.

Stabilito che sono così importanti, cosa sono questi acidi umici?

Si tratta di sostanze naturali che si formano a seguito della biodegradazione microbica di materia organica (vegetale o animale) con precise condizioni ambientali (livelli corretti di umidità ed ossigeno). Il prodotto di riferimento Emeraldgreen che consente di apportare questi importanti ammendanti è The Anderson’s Humic DG: si tratta di fertilizzante nel vero senso del termine, in forma granulare o microgranulare, derivato dalla leonardite (che origina dalla degradazione della lignite) con più dell’80% di acidi umici concentrati. Il suo utilizzo in preparazione del terreno per la semina o su prati già esistenti sia in carotatura/chiodatura o anche in copertura, garantisce l’apporto di sostanza organica nobile determinante per rimettere in moto o mantenere la biofertilità del substrato di coltivo.

Fertilizzare almeno una volta all’anno, preferibilmente ad inizio stagione, con The Anderson’s Humic DG in aggiunta alle normali concimazioni di sintesi diventa un vero investimento a lungo termine per garantire la salute ed il vigore del prato nel tempo.