Trascorso il periodo estivo finalmente il clima si raffresca e occorre metter mano al tappeto erboso per riportarlo in forma. L’estate è comunque una stagione durante la quale i prati costituiti da essenze microterme (Festuca arundinacea, Poa pratensis, Lolium perenne e festuche fini) soffrono per differenti motivi: stress termici per via delle alte temperature, difficoltà idriche per via della carenza d’acqua, problemi dovuti al calpestio che si verificano per l’intensa fruizione del prato durante le belle giornate, problematiche relative a patogeni fungini, danni alla porzione radicale dovuti alle larve di insetti terricoli, ecc. Questa situazione si traduce in un inevitabile diradamento del prato con la comparsa di infestanti macroterme estive tipiche del periodo (tipo Digitaria sanguinalis, Setaria viridis, Echinochloa crus-galli, Portulaca oleracea, Euphorbia maculata ed humifusa).

Per intervenire, e migliorare le condizioni estetico/funzionali del prato, occorre innanzitutto eliminare le infestanti con operazioni di diserbo selettivo ove ciò risulti consentito dalla legge. Ove la siffatta modalità gestione non fosse possibile, si procederà alla rimozione meccanica o manuale delle infestanti più importanti.

La rigenerazione del tappeto erboso consiste in alcune operazioni che consentono di rinnovare il manto erboso senza intervenire con tecniche invasive che muovono il terreno (fresatura classica). Il vantaggio sta nel fatto che, evitando di toccare il substrato di coltivo, non si incorre negli inevitabili assestamenti futuri che possono poi rendere disuniforme la superficie del prato e non si vanno ad interessare gli impianti irrigui sotterranei: oltre a semplificare le operazioni si limitano, perciò, anche i costi degli interventi.

Dopo il diserbo selettivo si effettua un taglio raso del prato (2,5 cm. circa) in modo da eliminare le parti secche delle infestanti trattate e asportare contemporaneamente le porzioni delle piante verdi che possono essere di ostacolo alle operazioni colturali che si vanno ad eseguire.

Segue l’operazione più importante che è l’arieggiatura: si tratta di uno sfoltimento del cotico erboso che si esegue con un attrezzo munito di lame o molle le quali, ruotando su un asse orizzontale, incidono verticalmente ad alta velocità il manto, effettuando dei microtagli nel prato che aprono degli spazi idonei ad ospitare il nuovo seme e le nuove plantule. Non occorre incidere troppo il terreno: non si deve andare oltre il cm di profondità. Più le condizioni del tappeto erboso dopo l’estate sono compromesse, più l’arieggiatura deve essere importante. Si arriva a passare la macchina anche più volte incrociando la direzione d’intervento ad angolo retto; questo consente di preparare un letto di semina uniforme. Se il terreno è molto compattato e duro è possibile far seguire all’arieggiatura una bucatura con chiodi fini per consentire all’ossigeno di arrivare a destinazione delle radici rinforzando ulteriormente le piante. Dopo queste operazioni si arriva alla trasemina che va eseguita a dosaggi non così differenti dalla semina poiché, nonostante i nostri sforzi nel preparare il substrato in maniera ideale, la situazione della rigenerazione non è mai ottimale come la preparazione classica del letto di semina con fresatura del terreno: il seme viene comunque messo in condizioni più complicate rispetto al procedimento standard. Perciò il più delle volte le dosi di risemina e rigenerazione è bene che siano più sostenute di quelle della semina su terreno nudo.

La tipologia di semente da impiegare in trasemina è ovviamente in stretta relazione con la composizione del tappeto erboso già esistente. Se si interviene su prato costituito da Festuca arundinacea converrà impiegare prodotti che abbiano un’alta percentuale di questa essenza: Star Seed Country, Blue Seed Riviera, Blue Seed Rustico. I loietti presenti nei miscugli Blue Seed renderanno ancora più veloce la germinazione del miscuglio con un rinverdimento rapido. Vale la pena optare per queste soluzioni in particolare quando si interviene in autunno avanzato poiché il Lolium perenne riesce comunque a germinare anche con temperature basse tipiche del tardo autunno.

Se si deve intervenire invece su prati costituiti da miscugli fini (Poa pratensis, Lolium perenne) conviene utilizzare miscugli a base di Lolium perenne che si sposano perfettamente dal punto di vista dell’habitus di crescita oltre che ad essere molto performante in condizioni di rigenerazione. I prodotti indicati sono Star Seed Overseeding nel caso si intervenga su tappeto erboso con colorazione scura o Blue Seed Rigenerazione se il germoplasma originale è a colorazione verde brillante.

Dopo la semina occorre coprire il seme con un velo di terriccio sabbioso o sabbia silicea lavata fine. Nel caso si sia effettuata anche una bucatura, l’inerte andrà a posizionarsi nella parte del substrato radicale creando dei canali di entrata dell’aria che andrà, come già detto in precedenza, ad ossigenare le radici.

Per completare il lavoro si deve compiere una concimazione con prodotto specifico per la semina che aiuterà il seme a germinare uniformemente e nello stesso tempo nutrirà le plantule appena nate, rendendole forti da subito. Il compito del concime non si esaurisce qui: aiuterà anche le piante esistenti a recuperare vigore dopo le varie operazioni meccaniche subite. I materiali più adatti sono The Anderson’s Starter 14.28.10 microgranulare, The Anderson’s Start H 10.18.10 arricchito con acidi umici. Nella linea Nutri Turf troviamo il fertilizzante Go Green 16.22.10. Si tratta per tutti i materiali citati di fertilizzanti a lenta cessione per poter garantire un’azione di concimazione prolungata che non si limiti al momento della nascita delle plantule, ma che prosegue in maniera costante, aiutandole nelle fasi seguenti di crescita e di chiusura del tappeto erboso.