Con il mese di maggio entriamo in una fase molto importante per la manutenzione del tappeto erboso.  Maggio è il mese strategico per mettere il nostro prato nelle migliori condizioni per poter affrontare la stagione estiva molto impegnativa dal punto di vista fisiologico per le piante: caldo, umidità e scarsa disponibilità di risorse idriche.

Obiettivo primario sarà quindi quello di utilizzare questo periodo per dare alla pianta tutte quelle sostanze indispensabile al miglioramento del suo stato di salute, della sua efficienza e quindi della resistenza agli stress.

Come sempre, prima di definire il piano d’interventi è necessario fare una attenta valutazione della situazione in loco, recuperando, per quanto possibile, la cronistoria del prato, che cosa è stato fatto e quali situazioni si sono dovute affrontare/migliorare/ridefinire.

Partire con il piede giusto ci permetterà di essere molto più performanti e quindi di ottimizzare tempo e risorse con evidenti risparmi anche dal punto di vista economico.

Prima cosa da fare: prendere in esame la situazione del sistema tappeto erboso nel suo complesso.

La struttura del terreno, la presenza di feltro, la densità del prato, la manifestazione e la tipologia delle infestanti, la diffusione di patologie fungine o la rivelazione d’insetti, la valutazione della condizione delle piante dal punto di vista nutritivo e il residuo di fertilità ancora disponibile sono gli aspetti fondamentali su cui porre l’attenzione.

A questi bisogna affiancare la possibile e probabile evoluzione meteo e per ultimo la necessità di quantificare i tempi di intervento.

Relativamente alla struttura del terreno il mese di maggio non ci lascia troppe possibilità d’intervento; eseguire lavorazioni che intervengano sullo spazio radicale, in questo periodo, dovrà essere fatto solo per interventi imprescindibili ed esclusivamente in assenza di alternative. Se il problema che riscontriamo è legato alla scarsa mobilità dell’acqua lungo il profilo, ecco che possono venire in nostro soccorso gli agenti umettanti (tipo Vivax e Duplex) che per loro caratteristiche, facilitano e favoriscono il movimento dell’acqua all’interno del terreno, mantengono il corretto rapporto tra spazi occupati dall’aria (macropori) e zone deputate alla presenza di acqua (micropori), migliorano l’efficienza di tutti i nutrienti e, in maniera indiretta, coadiuvano allo sviluppo radicale.

La presenza di feltro in eccesso necessita invece di un intervento per migliorare il microambiente presente in prossimità del colletto delle piante e facilitare lo scambio aria-acqua con il terreno.

La pulizia potrà essere fatta con arieggiatori (a molle, non eccessivamente invasivi) che limitino al massimo la loro azione a livello del terreno e consentano con un lavoro superficiale la riduzione della quantità complessiva della sostanza organica non degradata. Gli spazi vuoti dovranno essere decisamente ridotti, mantenendo una buona densità del cotico per evitare il problema che esporremo al paragrafo successivo.

La densità del tappeto erboso dovrà essere adeguata agli aspetti estetici e funzionali richiesti e comunque sufficiente ad impedire l’insediamento delle erbe infestanti. Per questo può crearsi la necessità di operare con trasemine il cui obiettivo primario, considerata la stagione, sarà quello di chiudere molto velocemente gli spazi. Il dosaggio dell’intervento sarà determinato dall’entità degli spazi soggetti a chiusura, la tipologia dei miscugli suggerita potrà prevedere significativa presenza di Lolium perenne, ma anche di specifiche cultivar di Festuca arundinacea (Meister o Sundial o Stonewall, per citarne alcune) la cui velocità di germinazione, in situazioni climatiche come quelle del mese di maggio, può essere confrontabile con quella del loietto.

L’accorta e diligente selezione genetica di alcuni ibridatori (breeders) e l’attenzione posta da Emeraldgreen nella scelta delle varietà da inserire nei miscugli giocano, in questo caso, un ruolo decisivo.

Nel mese di maggio, complice l’innalzamento delle temperature, in particolare la media delle minime e la massima assoluta, possono cominciare a svilupparsi le prime malattie fungine. Determinante a questo punto è avere già iniziato e proseguire gli interventi con i bioattivati (Myko+, Strep+, Subtil, Suzam) che dovranno essere somministrati ad intervalli regolari in modo da garantire costantemente nel terreno un’adeguata dotazione di naturali antagonisti ai principali patogeni.

Per ultimo, ma primo come importanza, viene poi l’aspetto nutrizionale del tappeto erboso.

Un adeguato programma di concimazione e di somministrazione dei diversi componenti fondamentali per l’alimentazione delle piante con attenzione verso i macroelementi (vd. www.emeraldgreen.it) e microelementi (come A-Tep), oltre alla sostanza organica, (tipo Humic DG) consente al tappeto erboso di mantenersi in ottima salute e quindi più resistente alle situazioni di stress che spesso si presentano.

Verificato il livello di fertilità residua, sarà necessario intervenire per mantenere un’adeguata disponibilità di Azoto con prodotti a lenta cessione o a rilascio controllato, per incrementare la disponibilità di Potassio (naturale catalizzatore) e per integrare la dotazione di sostanza organica nel terreno che sarà necessaria per consentire ai bioattivati di svolgere al meglio il loro lavoro di difesa.