Durante la stagione invernale progressivamente la vita nel giardino rallenta sino quasi a dare l’impressione di fermarsi del tutto. In realtà si tratta di una quiete apparente, anche le piante del tappeto erboso si stanno in realtà preparando alla stagione di crescita futura. Si tratta di un lavoro “nascosto e silenzioso” che avviene senza sosta e che dobbiamo aver assecondato con le giuste mosse che ci siam permessi di suggerire negli appuntamenti precedenti.
Durante il periodo invernale vero e proprio va sottolineato più cosa NON fare che ciò che è necessario fare.
Proviamo ad andare per ordine
NON ritirate il tagliaerba troppo presto: è molto importante seguire l’eventuale crescita del prato con dei tagli anche molto infrequenti, la regola è che si taglia fino a che non si ferma del tutto la crescita. Lasciare la foglia troppo lunga può avere effetti dannosi: con la neve si corica e si schiaccia creando l’ambiente ideale per lo sviluppo di alcuni patogeni fungini tipici della stagione fredda (Microdochium nivalis, Tiphula incarnata). Può accadere, quando le temperature dell’aria e di conseguenza del suolo non sono ancora troppo basse, di dover tagliare per regolarizzare la superficie anche in prossimità della fine di dicembre!
NON togliete la neve dal prato: l’effetto di coimbentazione svolto dal manto nevoso protegge le piante del prato dai rigori del freddo, ne garantisce la corretta umettazione e permette comunque un passaggio di luce più che sufficiente a mantenere in moto il sistema fotosintetico. Evitate al contrario di fare degli accumuli concentrati di neve sul tappeto erboso, soprattutto se avete usato del sale da disgelo sui marciapiedi.
NON spargete sale per disgelo sul tappeto erboso: il sodio ed il cloro in quantità elevate diventano tossici per il prato e per le colture in generale (vi ricordate cosa fecero i Romani a Cartagine?) I danni possono persistere per molto tempo poiché la residualità del cloruro di sodio è molto persistente. L’antidoto consiste nel bagnare profondamente le zone interessate quando la coltre nevosa si sarà sciolta per favorire ed accelerare il dilavamento dei sali accumulati in superficie riducendone così la tossicità e gli effetti negativi.
NON calpestate la superficie del prato se le foglie sono gelate: i tessuti, ricoperti dai sottili cristalli di ghiaccio, diventano delicati e si rompono come il vetro, la pianta non muore ma il danno, ben visibile sotto forma di chiazze secche a forma di impronta, viene recuperato con molta lentezza e può permanere visibile sino alla ripresa vegetativa tardo invernale o primaverile.
NON fate morire il prato di sete. Irrigare d’inverno? Ma diamo i numeri? NO! Accade molto spesso di imbattersi in inverni freddi ed asciutti. In questi casi l’assenza prolungata per 2-3 mesi di precipitazioni importanti, l’assenza di una coltre nevosa che garantisca il corretto apporto di acqua alla pianta, può mandare in deficit idrico anche grandi porzioni di prato. E’ proprio la combinazione tra il gelo e la siccità (mancanza di precipitazioni) a creare una situazione di emergenza: l’acqua liquida nel substrato radicale durante la notte e nelle prime ore del mattino congela. In questo stato fisico la pianta non la può assorbire! Quando le temperature di giorno aumentano si assiste al fenomeno della sublimazione (il ghiaccio passa di stato trasformandosi direttamente in vapore, non vi è fase liquida). Capite bene come la pianta si veda sfuggire progressivamente l’acqua e non riesca in nessun modo ad assorbirla. Il risultato è che il terreno in superficie, dove si trovano le radici del prato, secca progressivamente riempendosi di microfratture cha aumentano ancor più la superficie disperdente. Ricordate bene: i peggiori deserti sul nostro pianeta son quelli di ghiaccio, non quelli di sabbia. In queste condizioni che si verificano spesso durante i mesi di gennaio inoltrato, febbraio e marzo è vitale e necessario per le piante del tappeto erboso ricevere delle giuste quantità di acqua per sopperire alla forte carenza idrica. Come si procede? Durante le giornate serene, si fanno brevi irrigazioni nelle ore più calde del giorno (subito dopo pranzo per intenderci) in modo da non danneggiare l’impianto irriguo, che andrà poi svuotato, se necessario, onde evitare rotture dovute al gelo notturno. Intervenire saltuariamente in questo modo (una o due volte la settimana sono spesso sufficienti) permette di salvare il tappeto erboso e di portare a casa il risultato.
NON facciamoci prendere dalla fretta e dalla smania di voler vedere verde a tutti i costi! Non concimiamo troppo presto il tappeto erboso alla fine dell’inverno. Le piante ci mettono un momento (10-15 giorni) a capire che qualcosa nell’aria sta cambiando. Una settimana di temperature improvvisamente primaverili non fanno la primavera. Il tappeto erboso va assecondato con la concimazione tardo-invernale/primaverile di spinta nel momento in cui iniziamo a cogliere i segni del cambiamento nel colore dell’erba, nella crescita delle foglie. Aspettiamo e rispettiamo la natura senza forzarla. Riesumiamo il tagliaerba con calma e, solo dopo il primo taglio di riordino del prato, potremo intervenire col prodotto corretto.
Tante cose da NON fare!
Buon riposo al prato ed a tutti voi