I microelementi hanno un’importanza molto rilevante nella fisiologia degli organismi vegetali, svolgono il ruolo di catalizzatori di molte funzioni vitali ed entrano nella costituzione di alcuni enzimi.

Sono denominati così perché vengono assorbiti dalle piante in quantità molto esigue rispetto a quelle dei macro e dei meso-elementi, ma non per questo possono essere dimenticati. La loro carenza porta a difficoltà metaboliche nella pianta che si ripercuotono sulla sua crescita e/o sulla funzionalità di alcuni fondamentali organi.

Ferro, Manganese, Zinco, Rame, Molibdeno, Boro (i più conosciuti) concorrono dunque, assieme alla luce del sole, alla temperatura, all’acqua, alla sostanza organica e ad altri elementi nutritivi, alla crescita e all’equilibrio della pianta.

La concentrazione dei microelementi presenti nel suolo dipende dalle caratteristiche della roccia madre da cui ha avuto origine il terreno, mentre la loro disponibilità per i vegetali è strettamente correlata al pH dello stesso substrato di coltura.

La cosa certa è che, per la legge di Liebig o legge del minimo, la crescita e la condizione di salute di una pianta non è controllata dall’ammontare complessivo delle risorse nutritive disponibili, ma dalla disponibilità della risorsa più scarsa.

Questo fa capire come la carenza di uno solo dei microelementi, anche di quello necessario in piccolissime quantità, possa compromettere la qualità di tutto il sistema.

Quindi, in definitiva, nella redazione di un piano di concimazione bisogna prima di tutto tenere conto della dotazione in essere del terreno, possibilmente ricavate da un’analisi chimica. In mancanza di dette analisi è opportuno indagare sulla storicità del suolo, tenendo conto delle concimazioni effettuate nelle stagioni precedenti e verificare i valori di pH del terreno e dell’acqua d’irrigazione in quanto, come già accennato, la disponibilità dei microelementi è fortemente condizionata da questo valore.

Quando si parla di microelementi ritorna nuovamente in scena la sostanza organica presente nel terreno. Infatti una vasta gamma di composti organici è in grado di trattenere (“chelare“) i microelementi che in alternativa, verrebbero persi nelle acque di falda o resi indisponibili.

Per facilitare la comprensione sull’importanza dei microelementi elenchiamo alcuni brevi funzioni esemplificative della loro indispensabilità nel metabolismo di tutte le specie da tappeto erboso. L’azione determinante dei microelementi entra in gioco nella formazione della molecola della clorofilla (Ferro, Manganese e Zinco) e nella sua stabilizzazione (Rame), nella sintesi proteica (Zinco), nella lignificazione (maturazione) dei tessuti e nella regolazione dell’assorbimento dell’acqua (Boro) e nei processi di azotofissazione (Molibdeno) che permettono la trasformazione dell’Azoto minerale in azoto organico.

A queste indispensabili mansioni, se ne aggiungono tante altre, ad esempio anche quelle relative al coinvolgimento nei processi fotosintetici, respiratori e nella sintesi delle proteine (Rame) e ai processi enzimatici di sintesi del saccarosio e dell’amido (Boro).

Determinante è anche l’azione che i microelementi svolgono, direttamente o indirettamente, nell’aumento della resistenza delle piante agli attacchi dei parassiti (Manganese, Zinco, Ferro, Rame, Silicio).

Il Ferro è senz’altro il più importante (in termini quantitativi) tra i microelementi. Come sopra esposto, entra nella costituzione di vari enzimi e regola numerosi processi biochimici come la sintesi della clorofilla, la fotosintesi, la respirazione cellulare. Le foglie sono gli organi della pianta che contengono la maggior quantità di Ferro, e nei cloroplasti si ha la concentrazione più elevata. Per questo si può operare la sua somministrazione anche mediante distribuzioni liquide fogliari con materiali tipo GREEN TOP e/o ACTIVE TOP o ancora PRECISION che presentano, oltre a caratteristiche specifiche, la presenza di forme diverse di complessazione e quindi di conseguente assimilazione dell’elemento chimico.

Ma attenzione! Gli altri microelementi, anche se utilizzati dalla pianta in minore quantità rispetto al Ferro, svolgono comunque una funzione fondamentale per la fisiologia della pianta e quindi devono essere anche loro sempre presenti.

La qualità, la robustezza, la resistenza del tappeto erboso passano dunque anche dai microelementi ed è per questo che Emeraldgreen propone il concime microgranulare A-TEP come integratore e riequilibratore della dotazione di microelementi. Grazie all’alta qualità dei suoi componenti e alla granulometria molto fine ed estremamente omogenea consente, anche con dosaggi contenuti, di garantire un’adeguata copertura per alcuni mesi dei fabbisogni di completezza in microelementi per il prato, assecondando in ogni situazione la necessità di rispondere alla legge del minimo.

A questo prodotto esclusivo, si affiancano tante altre referenze (come NUTRALENE, PROPLANTS, FAIRWAYS, STRESS CONTROL, NUTRISPHERE, ecc.) che grazie alla specifica composizione chimica contengono una quantità elevata di microelementi e sono in grado di legare e trasportare nel terreno anche piccole/grandi dosi dei medesimi.

Qualora la scarsa disponibilità dei microelementi fosse dovuta alla carenza di sostanza organica, HUMIC DG è la soluzione innovativa ed esclusiva di Emeraldgreen: 20 g/m2 di Humic DG miscelati a 8-10 g/m2 di A-Tep distribuiti a fine inverno (febbraio) o fine estate (settembre) devono essere inseriti nel piano di concimazione annuale, garantendo così la migliore soluzione alle necessità del terreno e del prato.

Attraverso il concime liquido WINNER Emeraldgreen offre poi la possibilità d’intervenire per la ripresa immediata di microcarenze dei principali composti nutritivi secondari attraverso distribuzioni liquide fogliari e/o radicali. Infatti, insieme al corredo di macroelementi, questo specifico formulato contiene tutta la catena dei microelementi sotto forma chelata per un’attenzione particolare al contenimento della salinità (no bruciature) e alla loro conservazione nel tempo.